Evergar Wilds, il continente perduto. La spedizione shadenar è arrivata da un mese e nulla è facile. Come previsto, d’altronde: il loro non è un lavoro da dilettanti allo sbaraglio. A guidarli hanno Lynx Nightshade, il più abile e cinico dei professionisti. Morto da più di settant’anni, si è fuso con un’entità esoterica che vive tra i mondi. Ora la tautecnologia di Shaden l’ha riportato in vita... e lui e Meriel sono diventati molto vicini.
Ma la situazione politica nelle Evergar Wilds è impegnativa. Le due principali nazioni sono in guerra e c’è una terza parte, una popolazione che si nasconde nei boschi e che pratica una forma rudimentale di magia. In un mondo ostile e spaventoso, con un alleato (e amante) di cui non sa se fidarsi, per Meriel la sfida più impegnativa sarà quella contro se stessa.
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Mi stiracchiai sotto alle coperte e Lynx mi accarezzò un fianco. «Sei bella, al mattino. Non dovrei perdermelo così spesso».
«Di’ pure sempre» borbottai, infilando anche la testa sotto.
«Okay, diciamo sempre. Sono un tipo mattiniero». Spense il pad e lo posò di lato, sullo schienale di un sedile, poi scivolò sotto anche lui.
Mi trovai il suo naso a un millimetro dal mio.
«Lynx, io penso che tu sia bipolare» gli dissi, serissima.
Lui appoggiò la fronte alla mia. «Un po’ impegnativo, forse» minimizzò.
Risi. Gli accarezzai una guancia, scompigliandogli il pizzetto. «Sei contorto. E manipolatore. E insensibile. E a volte sei semplicemente stronzo».
«Ma ho dei begli occhi?».
«Ma ti amo».
Lui posò la guancia contro la mia. «Anch’io, a modo mio. Ma, tanto, non mi credi».
Era vero, non gli credevo. La sera prima stava per uccidermi. Non ero ancora del tutto convinta che fosse un bluff.
Posò il corpo contro il mio. «Uno di questi giorni dovrò dimostrartelo».
Ma la situazione politica nelle Evergar Wilds è impegnativa. Le due principali nazioni sono in guerra e c’è una terza parte, una popolazione che si nasconde nei boschi e che pratica una forma rudimentale di magia. In un mondo ostile e spaventoso, con un alleato (e amante) di cui non sa se fidarsi, per Meriel la sfida più impegnativa sarà quella contro se stessa.
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Mi stiracchiai sotto alle coperte e Lynx mi accarezzò un fianco. «Sei bella, al mattino. Non dovrei perdermelo così spesso».
«Di’ pure sempre» borbottai, infilando anche la testa sotto.
«Okay, diciamo sempre. Sono un tipo mattiniero». Spense il pad e lo posò di lato, sullo schienale di un sedile, poi scivolò sotto anche lui.
Mi trovai il suo naso a un millimetro dal mio.
«Lynx, io penso che tu sia bipolare» gli dissi, serissima.
Lui appoggiò la fronte alla mia. «Un po’ impegnativo, forse» minimizzò.
Risi. Gli accarezzai una guancia, scompigliandogli il pizzetto. «Sei contorto. E manipolatore. E insensibile. E a volte sei semplicemente stronzo».
«Ma ho dei begli occhi?».
«Ma ti amo».
Lui posò la guancia contro la mia. «Anch’io, a modo mio. Ma, tanto, non mi credi».
Era vero, non gli credevo. La sera prima stava per uccidermi. Non ero ancora del tutto convinta che fosse un bluff.
Posò il corpo contro il mio. «Uno di questi giorni dovrò dimostrartelo».