Questo libro ci porta a ragionare su un passaggio decisivo della nostra recente storia politica: il rapporto tra movimenti e governo locale, visto dal banco di prova della politica culturale. I nuovi soggetti sociali comparsi dopo il ’68 riuscirono a stimolare l’agire dei Comuni? Quali furono le risposte del sistema politico locale alle esigenze della società civile?
La politica culturale viene assunta qui come caso esemplare della capacità delle amministrazioni locali di recepire la domanda di nuovi valori “postmaterialistici” che settori di società, giovani soprattutto, rivolgevano alla politica. L’ambito della ricerca è un Comune rosso della Toscana nella seconda metà degli anni Settanta, Empoli, dove il partito egemone, il pci, non riuscì ad accettare le sfide di minoranze culturali che avevano già interessi definiti e aggregavano capacità disponibili.
Il fossato tra ceto politico e cittadini cominciò ad allargarsi da allora.
La politica culturale viene assunta qui come caso esemplare della capacità delle amministrazioni locali di recepire la domanda di nuovi valori “postmaterialistici” che settori di società, giovani soprattutto, rivolgevano alla politica. L’ambito della ricerca è un Comune rosso della Toscana nella seconda metà degli anni Settanta, Empoli, dove il partito egemone, il pci, non riuscì ad accettare le sfide di minoranze culturali che avevano già interessi definiti e aggregavano capacità disponibili.
Il fossato tra ceto politico e cittadini cominciò ad allargarsi da allora.