«Effondi come acqua il tuo cuore, davanti al volto del Signore» (Lam 2,19). In questa “Parola di Dio” è possibile trovare tutto “il piccolo fratello” e la sua esperienza personale di Gesù di Nàzaret, vissuti nei colloqui d’amore del mattino presto nei quali Gesù e Arturo «parlavano faccia a faccia come uno parla con il proprio “Amico”» (Es 33,11). Ogni notte vegliavano insieme per ore e insieme attendevano l’aurora, come due innamorati, svegliandola per offrirla al mondo e alla Chiesa, perché amare è perdere tempo per la persona amata. Le omelie domenicali e festive all’anno liturgico C nascono da queste veglie e ancora una volta confermano che “il Profeta vive ben oltre la morte”. Sempre più profondamente si comprende che fratel Arturo Paoli è stato posto come “sentinella” non solo per il suo tempo ma ancor più per l’attuale. Scorrendo i titoli delle omelie si può cogliere ciò di cui si ha più bisogno per il proprio cammino e lo si legge, lo si gusta, provando a incarnarlo concretamente nelle giornate.
Le faticose e laboriose trascrizioni che Dino Biggio, fedele al mandato ricevuto, ha portato a termine svelano il ministero della Parola del piccolo fratello di Charles de Foucauld, il Profeta di Lucca e dell’America Latina. Nelle omelie e negli altri scritti, appare in tutta la sua verità e autenticità il servo di Dio perché servo dei poveri; per questo le trascrizioni devono essere considerate un’opera che scende dal cielo perché non nascono «né da carne né da sangue» (cf Mt 16,17).
Dalla Prefazione di Paolo Farinella, prete
Le faticose e laboriose trascrizioni che Dino Biggio, fedele al mandato ricevuto, ha portato a termine svelano il ministero della Parola del piccolo fratello di Charles de Foucauld, il Profeta di Lucca e dell’America Latina. Nelle omelie e negli altri scritti, appare in tutta la sua verità e autenticità il servo di Dio perché servo dei poveri; per questo le trascrizioni devono essere considerate un’opera che scende dal cielo perché non nascono «né da carne né da sangue» (cf Mt 16,17).
Dalla Prefazione di Paolo Farinella, prete