Se, come afferma de Kooning, nel nostro mondo «il contenuto è un'occhiatafugace», uno sguardo en passant, e se uno dei più acuti studiosi delle vicendedella cultura postmoderna e post-postmoderna, Yves Michaud, sostiene chel'estetica si consuma e si celebra ai nostri giorni in un mondo svuotato e privo diopere d'arte, pur condividendo le premesse epistemologiche di tale visione, nonsi può affermare, con ciò, una “morte dell'arte” -di cui pure si parla spesso- nonsolo per l'impatto che la tecnologia ha avuto sull'esperienza estetica, masoprattutto perché essa hegelianamente si situa in un punto cruciale della pienarealizzazione di sé, si lega allo spirito stesso dell'uomo, connotandoneintimamente l'agire.