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In questo libro ho inserito cinque racconti che ho scritto nell’estate del 2009. I primi due sono ambientati a Sferracavallo, una borgata marinara di Palermo: “Simuni Macchiuni” è la storia dell’avventurosa vita di mio nonno paterno. Un uomo che era uscito indenne dalle campagne d’Africa e dalla prima guerra mondiale; un pescatore che ha affrontato viaggi transoceanici alla ricerca non dell’oro o di pietre preziose, ma di mari pescosi.Nel libro ho inserito anche alcuni documenti che attestano lo sbarco di Simuni a New York e la registrazione ad "Ellis Island", il centro di prima accoglienza…mehr

Produktbeschreibung
In questo libro ho inserito cinque racconti che ho scritto nell’estate del 2009. I primi due sono ambientati a Sferracavallo, una borgata marinara di Palermo: “Simuni Macchiuni” è la storia dell’avventurosa vita di mio nonno paterno. Un uomo che era uscito indenne dalle campagne d’Africa e dalla prima guerra mondiale; un pescatore che ha affrontato viaggi transoceanici alla ricerca non dell’oro o di pietre preziose, ma di mari pescosi.Nel libro ho inserito anche alcuni documenti che attestano lo sbarco di Simuni a New York e la registrazione ad "Ellis Island", il centro di prima accoglienza degli "Aliens", ovvero degli immigrati che giungevano da tutto il mondo. Scrivendo ciò ho voluto fare un regalo al mio papà, cercando di mettere insieme tutti i frammenti dei racconti che proprio mio padre mi ha narrato nel corso degli anni. “Saruzzo e il fucile” è la sintesi di drammatici episodi, vissuti dai ragazzi del posto, che hanno perso la vita nel corso della Prima Guerra Mondiale. Da piccolo ascoltavo le storie raccontate dai grandi e principalmente, da mia nonna materna. Immaginavo le peripezie di questi poveri pescatori, o contadini, che hanno dovuto abbandonare la terra, estirpati dai propri affetti, perché forzati a fare la guerra ; per difendere i confini della Patria, che a malapena sapevano cosa fosse. La seconda parte del libro è ambientata in un posto immaginario: Sferranatale. Un paese composto dall’unione dei nomi di due borgate palermitane, ovvero Sferracavallo e Tommaso Natale. Ne “I racconti di Sferranatale”, trattando con ironia i problemi giornalieri, cerco di riflettere sul perché dalle nostre parti, non si riesca a pianificare niente di buono; pur non abbandonando mai la speranza che un giorno tutto possa cambiare… e in meglio.