Due servi del vecchio Popolo detestano un terzo servo, Paflagone, che con l'ipocrisia è arrivato a spadroneggiare in casa. Un oracolo rivela però che Paflagone sarà cacciato dalla casa per mano di un salsicciaio, un individuo ancora più immorale, cinico ed ignorante di Paflagone stesso. Il duello fra Paflagone e il salsicciaio scoppia, poi continua nell'ecclesia e infine davanti al padrone, Popolo, in una serie di scontri verbali, in cui i due contendenti si dimostrano sempre più abietti. Sarà il salsicciaio, con discorsi di bassa demagogia, a risultare vincitore. Popolo, tuttavia, rivela il suo obiettivo era quello di attendere il momento giusto per punire i disonesti.
L'opera rappresenta un attacco nei confronti di Cleone, l'uomo politico maggiormente in vista di quel periodo. Il personaggio di Popolo, infatti, rappresenta la popolazione ateniese - che è la padrona di casa, essendo Atene un sistema democratico - mentre i due servi simboleggiano Demostene e Nicia, generali e uomini politici del tempo, messi in ombra da un ingombrante antagonista, Paflagone, ovvero Cleone, il bersaglio dialettico della commedia.
L'opera rappresenta un attacco nei confronti di Cleone, l'uomo politico maggiormente in vista di quel periodo. Il personaggio di Popolo, infatti, rappresenta la popolazione ateniese - che è la padrona di casa, essendo Atene un sistema democratico - mentre i due servi simboleggiano Demostene e Nicia, generali e uomini politici del tempo, messi in ombra da un ingombrante antagonista, Paflagone, ovvero Cleone, il bersaglio dialettico della commedia.