NINO LAZZARA è un giornalista pubblicista che verrà ricordato più per quello che gli altri hanno scritto di lui anziché per ciò che ha scritto. Lazzara è stato, senza alcun dubbio, un giornalista di notevole talento, come dimostrano la precoce carriera giornalistica e le attestazioni di stima e ammirazione da parte di scrittori del calibro di John Steinbeck, Ugo Ojetti e Filippo Tommaso Marinetti. Nino Lazzara, pertanto, lascerà pochi scritti solo per mera scelta professionale, preferendo di gran lunga l’esercizio dell’avvocatura, ai massimi livelli, tanto che numerosi dei suoi processi sono stati ripresi dai più noti quotidiani nazionali.
Nato in Sicilia nel 1925, a soli 21 anni Lazzara si laurea in giurisprudenza; è procuratore a 23, avvocato a 29 ed, infine, diverrà financo uno tra i più giovani cassazionisti italiani. Ha collaborato con varie testate giornalistiche locali, tra cui Il Domani, Il Giornale dell’isola, Il Corriere di Sicilia e Il Sud. A 30 anni si è trasferito a Bologna, divenendo direttore delle riviste Informazione Forense e Avvocatura. In seguito, dalla metà degli anni ’50, ha collaborato a L’Avvenire e, al contempo, ha rivestito l’incarico di Consulente giuridico del periodico romano Detective Crimen. Ha, altresì, collaborato a La toga calabrese; poi, negli anni ’60, si sono aggiunte le collaborazioni con L’Avanti ed Epoca; mentre, nel 1966 è uscita una raccolta a puntate delle sue arringhe su La Gazzetta di Catania. Infine, non va dimenticato il suo libro, dal titolo a dir poco eloquente: “I colpevoli e gli innocenti”.
Una piccola raccolta di arringhe, che lasciano il lettore con il fiato sospeso, per come sono state condotte e financo scritte, perché l’exploit, il colpo di scena, sono stati realmente vissuti all’interno delle aule dei Tribunali, dove pure i muri tremavano all’udire la voce e l’oratoria di Nino Lazzara. I contenuti, a volte apparentemente capziosi, nascondevano un abile riferimento logico, psicologico ed umano. Leggendo le pagine del libro “I colpevoli e gli innocenti” si ha l’impressione di rivivere il fatto così com’è avvenuto, con tutti i personaggi che vi hanno preso parte, quasi come se si stesse guardando un film, di certo operando una rielaborazione critica che non può lasciare indifferente, soprattutto per l’insegnamento, che va ben oltre la Legge.
...a tale profondità l'arringa di Lazzara giunge perché si avvale d'una balenante intuizione...
(Dalla prefazione dell'On. Avv. Titta Madia già Membro Parlamentare al Consiglio Superiore della Magistratura).
Nato in Sicilia nel 1925, a soli 21 anni Lazzara si laurea in giurisprudenza; è procuratore a 23, avvocato a 29 ed, infine, diverrà financo uno tra i più giovani cassazionisti italiani. Ha collaborato con varie testate giornalistiche locali, tra cui Il Domani, Il Giornale dell’isola, Il Corriere di Sicilia e Il Sud. A 30 anni si è trasferito a Bologna, divenendo direttore delle riviste Informazione Forense e Avvocatura. In seguito, dalla metà degli anni ’50, ha collaborato a L’Avvenire e, al contempo, ha rivestito l’incarico di Consulente giuridico del periodico romano Detective Crimen. Ha, altresì, collaborato a La toga calabrese; poi, negli anni ’60, si sono aggiunte le collaborazioni con L’Avanti ed Epoca; mentre, nel 1966 è uscita una raccolta a puntate delle sue arringhe su La Gazzetta di Catania. Infine, non va dimenticato il suo libro, dal titolo a dir poco eloquente: “I colpevoli e gli innocenti”.
Una piccola raccolta di arringhe, che lasciano il lettore con il fiato sospeso, per come sono state condotte e financo scritte, perché l’exploit, il colpo di scena, sono stati realmente vissuti all’interno delle aule dei Tribunali, dove pure i muri tremavano all’udire la voce e l’oratoria di Nino Lazzara. I contenuti, a volte apparentemente capziosi, nascondevano un abile riferimento logico, psicologico ed umano. Leggendo le pagine del libro “I colpevoli e gli innocenti” si ha l’impressione di rivivere il fatto così com’è avvenuto, con tutti i personaggi che vi hanno preso parte, quasi come se si stesse guardando un film, di certo operando una rielaborazione critica che non può lasciare indifferente, soprattutto per l’insegnamento, che va ben oltre la Legge.
...a tale profondità l'arringa di Lazzara giunge perché si avvale d'una balenante intuizione...
(Dalla prefazione dell'On. Avv. Titta Madia già Membro Parlamentare al Consiglio Superiore della Magistratura).