Il contributo, tramite l’analisi della normativa nazionale e sovranazionale e di un’ampia casistica giurisprudenziale e dottrinale, esamina le fattispecie delittuose introdotte nel diritto penale dell’ambiente, indagandone la natura e i confini.
L’Autore si sofferma sul fatto che i tipi delittuosi in parola, al di là dell’esistenza o meno di un richiamo formale contenuto nel precetto penale, sono influenzati dagli istituti disciplinati dalla normativa sulla tutela dell’ambiente, i cui profili di principale rilevanza analizza approfonditamente.
Il contributo esplora poi i profili investigativi e processuali sottesi alla disciplina sostanziale dei delitti in esame.
L’analisi si sofferma infine sulle ricadute in tema di reati di pubblica amministra- zione, sulla responsabilità degli enti nei delitti contro l’ambiente e sugli aspetti del contrasto patrimoniale alla criminalità ambientale.
Alberto Galanti nasce a Roma nel 1967. Laureatosi nel 1989 in giurisprudenza presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma, nel 1994 entra in magistratura. Dopo aver prestato servizio presso le Procure della Repubblica di Bergamo e Frosinone, dal 2005 al 2010 lavora presso l’Ufficio Legislativo del Ministero della giustizia, dove procede alla redazione di numerosi atti normativi in materia penale. Dal gennaio 2011 presta servizio presso la Procura della Repubblica di Roma e dal 2017 fa parte della Direzione Distrettuale Antimafia, dove si occupa prevalentemente degli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. Negli anni 2016 e 2017 è stato professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali (SSPL) dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche in materia di appalti di opere pubbliche, diritto penale dell’ambiente, sicurezza sul lavoro e manipolazione del mercato.
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L’Autore si sofferma sul fatto che i tipi delittuosi in parola, al di là dell’esistenza o meno di un richiamo formale contenuto nel precetto penale, sono influenzati dagli istituti disciplinati dalla normativa sulla tutela dell’ambiente, i cui profili di principale rilevanza analizza approfonditamente.
Il contributo esplora poi i profili investigativi e processuali sottesi alla disciplina sostanziale dei delitti in esame.
L’analisi si sofferma infine sulle ricadute in tema di reati di pubblica amministra- zione, sulla responsabilità degli enti nei delitti contro l’ambiente e sugli aspetti del contrasto patrimoniale alla criminalità ambientale.
Alberto Galanti nasce a Roma nel 1967. Laureatosi nel 1989 in giurisprudenza presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma, nel 1994 entra in magistratura. Dopo aver prestato servizio presso le Procure della Repubblica di Bergamo e Frosinone, dal 2005 al 2010 lavora presso l’Ufficio Legislativo del Ministero della giustizia, dove procede alla redazione di numerosi atti normativi in materia penale. Dal gennaio 2011 presta servizio presso la Procura della Repubblica di Roma e dal 2017 fa parte della Direzione Distrettuale Antimafia, dove si occupa prevalentemente degli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. Negli anni 2016 e 2017 è stato professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali (SSPL) dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche in materia di appalti di opere pubbliche, diritto penale dell’ambiente, sicurezza sul lavoro e manipolazione del mercato.
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