L’incredibile storia dei soldati che dissero “no” ai nazisti
La storia dei militari italiani deportati nei lager nazisti e nei campi alleati dopo l’8 settembre 1943
All’indomani dell’armistizio, l’8 settembre 1943, oltre seicentomila italiani rifiutarono di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco. Molti di loro furono deportati nei lager nazisti. Gli IMI, gli “Internati militari italiani”, furono inizialmente trattati come prigionieri di guerra, al pari degli altri soldati alleati catturati, ma presto la ritorsione del Reich li sottrasse alle garanzie previste dalla Convenzione di Ginevra. Per l’esercito dell’Asse erano traditori. Li attendevano sofferenze, privazioni e, soprattutto, la totale disumanizzazione: vissero in condizioni durissime, sottoposti allo stesso orribile trattamento delle vittime delle persecuzioni razziali. Vennero utilizzati come manodopera coatta fino alla fine della guerra, senza le tutele della Croce Rossa che spettavano loro. Il viaggio nei vagoni blindati verso la Germania, per giungere all’inferno dei campi, è l’aspetto che ha maggiormente segnato la memoria dei sopravvissuti. Una vicenda poco nota della storia recente del nostro Paese, che questo libro finalmente racconta.
Chi erano gli IMI?
Da prigionieri a internati.
Il passaggio per i campi di raccolta o smistamento.
La vita nel campo di destinazione.
Giuseppina Mellace
nata a Roma nel 1957, di professione insegnante, è anche autrice di pièce teatrali, saggi, romanzi e racconti, soprattutto di tema storico. Ha scritto un romanzo a più mani con il laboratorio di Cinzia Tani. Per la Newton Compton ha pubblicato nel 2014 Una grande tragedia dimenticata, sull’eccidio delle Foibe, con cui nello stesso anno ha vinto il premio “Il Convivio” per la sezione saggistica storica; Delitti e stragi dell’Italia fascista e L’oro del Duce.
La storia dei militari italiani deportati nei lager nazisti e nei campi alleati dopo l’8 settembre 1943
All’indomani dell’armistizio, l’8 settembre 1943, oltre seicentomila italiani rifiutarono di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco. Molti di loro furono deportati nei lager nazisti. Gli IMI, gli “Internati militari italiani”, furono inizialmente trattati come prigionieri di guerra, al pari degli altri soldati alleati catturati, ma presto la ritorsione del Reich li sottrasse alle garanzie previste dalla Convenzione di Ginevra. Per l’esercito dell’Asse erano traditori. Li attendevano sofferenze, privazioni e, soprattutto, la totale disumanizzazione: vissero in condizioni durissime, sottoposti allo stesso orribile trattamento delle vittime delle persecuzioni razziali. Vennero utilizzati come manodopera coatta fino alla fine della guerra, senza le tutele della Croce Rossa che spettavano loro. Il viaggio nei vagoni blindati verso la Germania, per giungere all’inferno dei campi, è l’aspetto che ha maggiormente segnato la memoria dei sopravvissuti. Una vicenda poco nota della storia recente del nostro Paese, che questo libro finalmente racconta.
Chi erano gli IMI?
Da prigionieri a internati.
Il passaggio per i campi di raccolta o smistamento.
La vita nel campo di destinazione.
Giuseppina Mellace
nata a Roma nel 1957, di professione insegnante, è anche autrice di pièce teatrali, saggi, romanzi e racconti, soprattutto di tema storico. Ha scritto un romanzo a più mani con il laboratorio di Cinzia Tani. Per la Newton Compton ha pubblicato nel 2014 Una grande tragedia dimenticata, sull’eccidio delle Foibe, con cui nello stesso anno ha vinto il premio “Il Convivio” per la sezione saggistica storica; Delitti e stragi dell’Italia fascista e L’oro del Duce.