Le celeberrime fatiche del mitico Ercole vengono parodizzate in questo poemetto eroicomico scritto in ottava rima. Pur restando fedele ai principali episodi che vedono l’eroe come protagonista, la volontà dell’autore è quella di dipingere un lato poco consueto e meno scolastico del semidio, quello dell’Ercole incurante del peso del fato e delle sue responsabilità, che preferisce trascorrere le sue giornate in giochi, sollucheri e bagordi.