“Non conosco la terra dei Saharawi, conosco appena la loro storia. Storia di uno dei tanti popoli che il colonialismo e il disprezzo degli accordi internazionali da parte delle cosiddette grandi nazioni, costringono da anni all’esilio. Esilio di una terra dura, inospitale, ritenuta inabitabile, il deserto algerino e che solo l’orgoglio e la volontà d’indipendenza hanno reso simile ad una “patria” temporanea. …Con lo scorrere delle pagine, hai davanti agli occhi stacchi di vita quotidiana, ricordi di duri conflitti, peregrinazioni e testardi insediamenti e, soprattutto, la sensazione di una resistenza profonda che respinge ogni contaminazione e alimenta la speranza, anzi la volontà, di tornare indipendenti nelle loro terre. Se ascolti i racconti, ascolti le loro richieste di solidarietà: avere aiuti materiali, poter inviare i loro bambini in paesi democratici perché abbiano quelle esperienze e quell’istruzione che la vita nel deserto algerino non permettono. anche così, attraverso uno scritto fatto di racconti e di poesia (ma anche di una cronologia storica assai precisa) mi sono sentito preso come in una pania: invischiato, commosso e rabbioso. Si, rabbioso per l’ingiustizia che un popolo tanto civile, anche se su parametri diversi dai nostri, sta pagando duramente sulla sua pelle, senza che mai abbia arrecato offesa a nessuno. Rabbioso perché intravedo le torture e le violenze che si consumano nelle carceri marocchine su ragazzi e ragazze sahrawì, perché imparo che tanti di loro sono “spariti”. hanno diritto alla loro terra, alla loro identità, alla loro libertà. Perché sia chiaro, a noi tutti, che una rabbia di sabbia è qualcosa che può essere placata solo con la giustizia. I figli delle nuvole, è’ un libro da leggere e da far leggere. L’autore lo ha scritto come un diario, come una storia d’incontri, come una sorta di chiave per capire perché i sahrawi hanno diritto alla loro libertà." Sandro Curzi - Giornalista "L’esperienza dello scrittore-poeta Umberto Romano, e la capacità di cogliere in versi e prosa le emozioni, la rabbia, i bisogni della gente, manifestando l’affetto fraterno verso il popolo sahrawi, mi toccano nel profondo dell’animo. La testimonianza di solidarietà espressa nelle sue opere nei confronti del nostro popolo, che lui ha conosciuto direttamente nei suoi viaggi, grazie alla sua sensibilità artistica, fanno conoscere la nostra storia, troppe volte dimenticata, presentata insieme alle immagini del reporter G. Fornoni.(Reporter RAI 3) -Nel presentare l’opera alla platea Europea, la speranza è che sempre più le nostre culture possano incontrarsi e comunicare, al fine di contribuire alla libertà dei popoli oppressi." Mohammed Sidati - (Ministro Sahrawi Resp. Europa)