Questo libro, intimo e toccante, è la storia di Flaminia, che qualcuno della sua famiglia non voleva che lei nascesse.Flaminia è, al tempo stesso, narrante e spettatrice, mai invadente, perchè vuole che i protagonisti siano loro, le persone dei ricordi, gli artefici del segno che hanno lasciato. In realtà lei dice molto di sè, ma lo fa come se fosse il prezzo da pagare perchè il ricordo, i legami possano vivere.Le persone dei ricordi sono tante: dalle figure centrali dei suoi genitori e delle rispettive famiglie di origine con nonni, zii, cugini; e poi gli altri, presenze dell'infanzia a volte pittoresche, a volte incidentali, a volte inquietanti, fino alle amicizie e alle relazioni adulte. Tutti accomunati dal fatto di aver lasciato una traccia indelebile, sia essa vasta e profonda legata alle radici di sangue, oppure generata dal caso, da caratteristiche personali o episodi particolari, al di fuori di qualunque disegno come lo sono la maggior parte delle cose della vita.Alcuni di loro non torneranno più, altri sono scomparsi e ricomparsi, altri semplicemente tenuti lontani dai mille impegni della vita, ma nessuno è veramente morto, o sparito, per nessuno è mai pronunciata la parola fine, perchè non c'è fine finchè è vivo il legame.Infine ci sono i luoghi: la casa, Genova, il mare, le campagne, l'Appennino, i boschi, un pezzettino di Toscana; i luoghi e la loro gente sono il corpo che accoglie l'intreccio di radici e legami, non solo di Flaminia ma di tutte le persone. Forse è proprio attraverso i luoghi che il libro ci restituisce un segno della pienezza di ciascuna di queste vite.La vita che abbiamo e che spendiamo in ogni momento è terribile e meravigliosa proprio per le tracce che lasciamo, e che ci vengono lasciate, che sono i semi da cui nascono i legami che ci tengono vivi.