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Il volume, come avverte il sottotitolo, raccoglie trenta-sei interviste che Guido Michelone, negli ultimissimi anni, ha effettuato con i maggiori esponenti del mondo jazzistico italiano. Si tratta di un'antologia, nel suo com-plesso, fortemente innovativa, al di là del suo utilizzo accademico: il testo acquista una valenza autonoma, tornando a riflettere su una tematica assente dalla bibliografia italiana da oltre un ventennio. Per trovare qualcosa di simile a I mestieri del jazz occorre risalire al 1970 quando il giornalista Enrico Cogno pubblicò il reportage Jazz inchiesta: Italia, che però…mehr

Produktbeschreibung
Il volume, come avverte il sottotitolo, raccoglie trenta-sei interviste che Guido Michelone, negli ultimissimi anni, ha effettuato con i maggiori esponenti del mondo jazzistico italiano. Si tratta di un'antologia, nel suo com-plesso, fortemente innovativa, al di là del suo utilizzo accademico: il testo acquista una valenza autonoma, tornando a riflettere su una tematica assente dalla bibliografia italiana da oltre un ventennio. Per trovare qualcosa di simile a I mestieri del jazz occorre risalire al 1970 quando il giornalista Enrico Cogno pubblicò il reportage Jazz inchiesta: Italia, che però soffriva di un impianto metodologico limitato, con troppe domande al cosiddetto 'uomo della strada', a mo' di documentario televisivo. Le peculiarità del testo del professor Michelone sono invece innanzitutto l'approfondimento, ossia una tipologia di intervista dove il dialogo tende analiticamente ad espandersi con serietà e competenza su ogni argomento trattato. Inoltre la scelta degli ambiti su cui si muove il jazz in Italia È vastissima, ben al di là dell'incontro con i singoli musicisti, pur rappresentati in un ordine generazionale e per valori artistici indiscussi. I mestieri del jazz simbolicamente offre un dialogo ininterrotto con i maggiori protagonisti su ogni attività che in qualche modo sia legata allo sviluppo e alla conoscenza della musica afroamericana nel nostro Paese. Infatti, oltre la rappre-sentanza jazzistica stricto sensu, con due compositori e band leader (Gaslini, Damiani), un chitarrista (Cerri), un sassofonista (Actis Dato), due pianisti (D'Andrea, Liguori), due trombettisti (Rava, Mandarini), due cantanti (De Vito, Minetti), figurano anche famosi musicisti che hanno divulgato il jazz attraverso la canzone (Luttazzi), l'arrangiamento (Libano), il varietà (Quartetto Cetra). Ma soprattutto partecipano al confronto su come e cosa si può fare con, per, attorno al jazz un pittore (Cazzaniga), due fotografi (Ninfa, Schwamenthal), due registi (Ciprì e Maresco), un cartoonist (Maneglia), tre scrittori (Gia-nolio, Ragagnin, Ventroni), quattro critici (Lombardi, Maletto, Rimondi, Sessa), un docente (Zenni), un'or-ganizzatrice, un produttore (Veschi) e cinque stranieri (Salvatore, Morris, Lacy, Sclavis, Rutherford) a vario titolo coinvolti in progetti italiani.