L’Unione europea si compone di 29 stati. Alcuni sono al nord, altri a sud, altri all’est ed altri all’ovest. Nessuno è uguale ad un altro, ma alcuni si somigliano. Ci sono differenze sostanziali tra nord e sud, tra est ed ovest, che incidono in negativo sul tenore di vita delle popolazioni. Con la nascita dell’Unione Europea (CEE) nel lontano 1957, molte di queste differenze sono state appianate. Di questo ne ha beneficiato anche il nostro Paese ottenendo la possibilità di inviare nei Paesi del centro e del nord Europa migliaia di treni carichi di uomini in cerca di lavoro, lavoro che la patria non era in grado di dar loro. Meta principale di questi migranti è la Germania. Questo Paese, inutile girarci intorno, ha accolto centinaia di migliaia di nostri connazionali, come pure di altri migranti provenienti da diversi Paesi europei ed extra europei. Ma qual ragione la Germania, come pure altri Paesi del nord Europa, possono assorbire, oltre alla propria, anche tanta manodopera straniera? Questo libro cerca di spiegare il perché e cerca altresì di spiegare in che modo l’Italia potrebbe risolvere, o quanto meno attenuare, il problema della sua galoppante disoccupazione.