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Questo nuovo straordinario saggio di Nicola Bizzi, frutto di anni di ricerche, potrebbe essere definito un viaggio nella Scienza. Ma non in quella Scienza “laica” – allo stesso tempo materialista e dogmatica – che affonda le proprie radici nell’Illuminismo settecentesco e nel Positivismo, bensì in quella vera e autentica Scienza onnicomprensiva degli antichi, che l’autore, Libero Muratore e iniziato ai Misteri Eleusini, conosce piuttosto bene. Come egli stesso scrive in uno dei capitoli, quegli antichi eruditi e ricercatori che la moderna cultura definisce asetticamente “scienziati”, che si…mehr

Produktbeschreibung
Questo nuovo straordinario saggio di Nicola Bizzi, frutto di anni di ricerche, potrebbe essere definito un viaggio nella Scienza. Ma non in quella Scienza “laica” – allo stesso tempo materialista e dogmatica – che affonda le proprie radici nell’Illuminismo settecentesco e nel Positivismo, bensì in quella vera e autentica Scienza onnicomprensiva degli antichi, che l’autore, Libero Muratore e iniziato ai Misteri Eleusini, conosce piuttosto bene. Come egli stesso scrive in uno dei capitoli, quegli antichi eruditi e ricercatori che la moderna cultura definisce asetticamente “scienziati”, che si trattasse di astronomi, matematici, geometri, geografi, ingegneri, medici o cultori delle scienze naturali, non solo appartenevano a quella elite colta alla quale solitamente rivolgevano i propri insegnamenti e per la quale scrivevano i loro trattati, ma erano anche e soprattutto dei grandi iniziati. Nell’antichità, infatti, non esisteva quella netta separazione, a cui siamo purtroppo oggi abituati, tra ricerca spirituale e ricerca scientifica, tra “sacro” e “profano”. Esisteva una Conoscenza nel vero senso del termine, una Conoscenza realmente onnicomprensiva, anche di ambito scientifico, in buona parte detenuta, custodita e tramandata da ordini iniziatici e da scuole misteriche, ed essa non era affatto disgiunta dalla sfera del sacro, in quanto l’essere umano viveva molto più in simbiosi con le forze della natura. Erano tempi in cui, come l’autore spiega, l’uomo era più vicino agli Dei e, al contempo – in un reale scambio e connubio – gli Dei erano più vicini all’uomo. Tale Conoscenza, oltre a guardare alle dimensioni del Sacro e al Trascendente, si fondava principalmente sulla Matematica, sull’Astronomia e sulla Geografia, ed attraverso di essa gli antichi popoli mediterranei perfezionarono fin dai tempi più remoti le tecniche di costruzione delle navi e l’arte della navigazione, arrivando ad esplorare tutto il mondo. A tali popoli era ben nota quindi l’esistenza di un grande continente al di là dell’Oceano Atlantico, un continente che a più riprese visitarono e colonizzarono, come innumerevoli testimonianze archeologiche hanno dimostrato.