Attraverso richiami alle vite vissute, alle amicizie, agli affetti, alle relazioni che si confrontavano in anni intensi e tumultuosi, le parole di chi interviene si offrono allo sguardo presente con sincera ricerca della verità e a volte con dolente scetticismo. Nei contributi di questo volume non emerge un nostalgico ripiegamento sul passato, tanto meno l’assurda convinzione di aver capito tutto; si fa spazio, al contrario, l’esigenza critica di cogliere quanto è ancora vivo di quel decennio e vale la pena di raccontare.La consapevolezza di fare qualcosa di nuovo richiama quanto di bello c’è nella politica: fare impresa collettiva, convergere su un obiettivo nel rispetto delle differenze, avere e realizzare un progetto. Il taglio esplora la dimensione del territorio e rievoca l’orizzonte, comune a diverse generazioni, dei movimenti che legarono Sassari, la Sardegna e il suo oltre, “il Continente”.Contro l’immagine dominante di una Sardegna tagliata fuori dal flusso delle idee di rottura e cambiamento che contagiarono il mondo intero, si delinea un’isola-laboratorio in cui, anche nella seconda metà degli anni Settanta, il “riflusso” è contrastato da una persistente volontà partecipativa e oppositiva.Cardine di questa opera è il ricordo di un giovane compagno troppo presto perduto all’affetto di molti, alla politica e all’impegno civile.Il libro consente di muoversi in libertà sui temi che più interessano e può essere letto dalla fine verso il principio o solo per segmenti senza che il suo filo conduttore rischi di perdersi per strada. La sollecitazione che muove dai contributi degli autori intende spingere il lettore a riappropriarsi del proprio tempo, ad accoglierlo senza incasellarlo schematicamente, andando oltre determinate velleità interpretative o superficiali identificazioni generazionali.