Questo racconto di Cechov del 1897 è ambientato tra i muzikì, parola russa che viene dalla stessa radice di muz, uomo, ma significa uomo contadino, contrapposto a bàrin, uomo ricco, signore, persona che non deve "sporcarsi" le mani col lavoro fisico. Il villaggio di contadini è misero, e il raffronto che viene fatto è con il successo professionale di chi, andando in città, ha potuto esercitare la professione di cameriere, molto più redditizia. Il fatto che il cameriere serva i signori di città, portando pietanze che nella sua vita non potrà mai nemmeno asaggiare, non è percepito in termini di opposizione di classe, ma con piacere. Il cameriere sente l'onore di vivere in un ambiente lussuoso, anche se non dedicato a lui. Il villaggio invece è piagato da povertà, alcolismo, tasse arretrate, violenza domestica.
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