Il titolo del libro propone tuttavia il tema del non-colloquio, e cioè dell’incontro mancato. Perché mai?Il fallimento di un dialogo e l’insuccesso dell’intenzione comunicativa ci offre il vantaggio di evidenziare gli elementi essenziali ed irrinunciabili di un processo comunicativo, attraverso la rilevazione degli effetti della loro presenza o assenza. Pensiamo alla rilevanza pragmatica dell’uso delle parole, ma anche alle dimensioni non verbali come la gestualità e la mimica, che possono essere in contraddizione col significato delle parole pronunciate, ma anche all’imprescindibilità del contesto e delle “regole del gioco” conversazionale.Con questo contributo non abbiamo certo l’intenzione di fornire istruzioni di base, attraverso un mini-manuale o prontuario per realizzare un “buon” colloquio (psicologico), ma piuttosto di sottolineare quel che non può mancare, per garantire le condizioni minime al fine di realizzare un incontro interpersonale ed uno scambio dialogico possibile e potenzialmente efficace.I non-colloqui di Alice, con l’uso testuale dei dialoghi della protagonista con i vari, strampalati personaggi del racconto, vogliono così sottolineare l’importanza della costruzione delle premesse e delle condizioni perché si possa realizzare un effettivo colloquio: una presentazione “in negativo”, per far risaltare le dimensioni essenziali di una conversazione adeguata agli scopi, che sia, se non proprio felice, almeno accettabile e potenzialmente costruttiva.Tratto dall'Introduzione delle Autrici