In due volumi di complessive 1542 pagine (771+771) tutti i 771 personaggi della Commedia, nessuno escluso. Lo scopo di questo libro è ricostruire la mente di Dante. Impossibile? Sì, è impossibile ricostruire nella sua pienezza la mente di Dante. Ma sicuramente non c’è modo migliore per avere un’idea di quella mente superiore che vedere ad uno ad uno i personaggi che l’hanno abitata e che sono passati a brulicare nei suoi versi. Certo la mente di Dante era piena di idee, idee che spesso il poeta ci espone tramite la voce di Beatrice, madonna Teologia, e di qualcun altro: Virgilio, Papinio Stazio, Marco Lombardo, Carlo Martello… ma molto più spesso, quasi sempre, come in tutti gli artisti gotici, le idee s’incarnano in caratteri, in personaggi che parlano e agiscono. Molti di essi Dante li incontra nel suo viaggio oltremondano, e sono in prevalenza personaggi che hanno agito nella loro vita generando effetti nella vita del poeta. Con alcuni di quelli che incontra parla, con altri, pochi, interagisce. Ma molti di più sono quelli che nomina soltanto, qualche volta in elenchi apparentemente inerti, come quello degli Spiriti Magni del Limbo o dei Sapienti del Cielo del Sole. E che inerti non sono, perché il neofita della Filosofia Dante Alighieri era con loro in rapporto di amorosa gratitudine. Gli innumerevoli attori della sua vita, le “persone”, animano la Commedia, e dobbiamo superare, noi moderni apprezzatori della scienza storica, una spessa barriera d’incomprensione per capire che quelle persone erano sì, in buona parte, persone che noi definiamo “storiche”, cioè delle quali abbiamo qualche prova documentaria che siano esistiti, messe però a fianco a persone “non storiche”, “mitologiche” “letterarie” “allegoriche” con la stessa dignità ontologica delle altre. Nel poema che è la trascrizione sulla carta della sua mente, Dante ha messo fianco a fianco le persone provenienti da tre mondi diversi: quello della Storia, quelli della Bibbia, quelli dell’Antichità. Di alcuni di essi ha avuto esperienza diretta, degli altri sa perché di loro ha ascoltato racconti o letto libri. Lo scopo della Commedia è pedagogico. Il poeta si propone come padagogo dell’umanità, e lo fa proponendo il proprio ravvedimento come esemplare. Di conseguenza i personaggi della sua opera valgono tutti, uno per uno, come “exempla”. Sulla carta, dal punto di vista della consistenza, “uno vale uno”, Cianghella vale Adriano V, Glauco Guido da Montefeltro, Amiclate Federico II, la Lupa Bonifacio VIII…