Vito Labita sembra riflettere una visione disincantata della società contemporanea, paragonandola a un mondo "maledettissimo" dove il peccato e il sesso dominano. Labita parte dall'immagine classica dei poeti maledetti, figure che nel corso della storia sono apparse come individui marginali, isolati, eppure straordinari. Il riferimento a Baudelaire, uno dei più celebri poeti maledetti, che fu condannato dalla giustizia francese, suggerisce quanto la trasgressione poetica fosse percepita come un'eccezione, una minoranza. Nel contesto moderno, però, Labita osserva che i confini del "maledetto" si sono spostati, diventando quasi la norma, specialmente con l'avvento dei social media come Instagram, TikTok e Telegram. Il suo tono critico sottolinea come la provocazione e l'esibizione del corpo, in particolare femminile, siano diventati un nuovo standard di attrattiva e "successo" sociale. Essere "maledettamente sexy" è il più grande complimento possibile nel mondo contemporaneo, una riflessione su come i valori siano cambiati rispetto al passato. L'evocazione della famosa canzone dei Rolling Stones, "Sympathy for the Devil", ci riporta a un'epoca in cui la simpatia per il peccato era provocatoria e ribelle, mentre oggi, secondo Labita, il peccato sembra essere trionfante nella modernità. Infine, l'autore si domanda come i poeti maledetti si trovino in questo contesto. Se, da una parte, il mondo moderno sembra fatto apposta per loro, dall'altra, la nostalgia per i sentimenti autentici e per le relazioni romantiche li lascia disorientati. Il trionfo del peccato e della superficialità li rende ancora una volta figure isolate, incapaci di adattarsi a una società in cui il vero amore e l'emotività profonda sembrano sempre più rari.
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