In questi racconti,dove si alternano e si fondono la malinconia l’umorismo e il dramma della vita di tutti i giorni in una realtà contadina degli anni cinquanta del secolo scorso, emergono le figure di Modestino il sognatore, del saggio zio Antonio che con lo scandire del tempo da parte dei suoi orologi,si pone apparentemente,ma solo apparentemente, fuori dai meccanismi dei lavori nei campi,e quella di Biagio il “maestro” che deve completare gli studi e perciò non ha l’obbligo di seguire gli zii e i cugini nelle attività di tutti i giorni. Ma quando sarà il momento,ognuno sa che la campagna non aspetta,ognuno sa quale è il suo posto nel momento della necessità, e il tutto si muove con leggerezza sul filo di una religiosità istintiva ma non per questo meno profonda.