L’autrice percorre, scandagliandole, frammentarie tessere di un mosaico scomposto, attraverso le vicende delle protagoniste, tutte le età della vita, movendosi disinvoltamente tra i mutamenti del corpo e della coscienza. Le storie, fruibilissime singolarmente, costituiscono il frutto consapevole di un’analisi del disagio del vivere, specie di quello della donna nella peculiarità della sua dimensione esistenziale, mediata da un uso plastico quasi demiurgico della potenzialità linguistica, dalle parole desuete, usate, qui, invero, con maggior parsimonia rispetto a altre opere, accanto a termini del sardo, francese, inglese internazionale, non in un pastiche linguistico, ma con una lingua eccezionalmente viva e osmotica del reale.