Goffredo Olon Ribaud, torinese di origini valdostane, giovane in carriera, di buona famiglia, con una bella fidanzata è un ragazzo normale, se non fosse per l’ombra inquietante del suo antenato Jacò Malanima, che lo segue come una maledizione. Un giorno Goffredo, anzi, Freddy, si risveglia su di un’isola apparentemente tropicale e deserta: indossa abiti da città, ha un cellulare, un anello d’oro al dito, ma ha perso la memoria. Come un novello Robinson Crusoe, inizierà a esplorare l’ambiente sconosciuto e inizialmente ostile, pericoloso, con il quale dovrà fare i conti, ma, soprattutto, dovrà fare i conti con se stesso e con la sua irresistibile tensione verso la ricerca e con l’impulso a salire ad ogni costo sulla cima del vulcano che sovrasta l’isola. Una storia concitata e avventurosa, che ben presto si rivela come una grande metafora sulla ricerca del senso della vita e un viaggio all’interno della solitudine dell’uomo. Occorreranno sette giorni a Freddy per comprendere che forse è possibile liberarsi dalle catene della condizione umana, sette giorni come quelli biblici della creazione del mondo, per andare al di là della logica e aprirsi all’immane gioia del vivere.