L’Autore di questa monografia ha indagato il tema delle idee innate in Cartesio che, lungi dal manifestare una teoria non più mutata dal filosofo francese, rivela una riflessione continua su questo tema, propria del pensiero cartesiano, che è presente in modi diversi, a partire dalla concezione delle Meditazioni sulla filosofia prima riguardante le idee innate, considerate come nozioni poste da Dio entro la mente dell’uomo. Le idee innate infatti, come strutture ontologiche decretate da Dio, da nozioni che hanno nature vere e immutabili, indipendenti dal soggetto conoscente, assumono gradualmente, come nota l’Autore, l’aspetto del rapporto forma-materia, dove la materia, contribuendo all’attuazione della forma, consente che questa, da disposizione della mente, diventi forma formante che prepara la teoria kantiana dell’a priori. L’interpretazione dell’idea innata, in tal modo, finisce anche col porre in risalto il ruolo svolto dal soggetto, messo in primo piano con l’esame del criterio dell’evidenza considerato non solo in senso ontologico-rivelativo, ma anche in senso metodologico-operativo, per il tramite dell’individuazione di alcune operazioni che ne consentono l’attuazione. In tale ambito, viene anche approfondito sia l’incremento dato da Cartesio alla teoria ermeneutica, soprattutto, con l’idea innata concepita come cifra dell’Essere, sia il significato del termine elicere, adoperato da Cartesio, che viene inteso come un’attività volta a trarre fuori le idee innate dalla mente.