La crisi istituzionale che stiamo vivendo non è nata dall’oggi al domani. A partire dagli anni ‘70 è cominciato un lungo processo di disfacimento delle istituzioni. Sono tanti i momenti storici che hanno portato al crollo del sistema politico e partitico in Italia. Il crollo del muro di Berino coincise con la fine del dualismo tra i grandi avversari storici: la Dc e il Pci, i quali per anni avevano basato la loro politica sulla contrapposizione tra cattolici e comunisti, tra i due mondi: il mondo dell’est e il mondo dell’ovest. L’Italia oltre ad essere stata una Repubblica dei partiti è stata anche una Repubblica della Guerra fredda. La crisi della cosiddetta Prima Repubblica cominciò dal crollo del ruolo di Roma come garante dell’equilibrio tra i due grandi schieramenti mondiali. La prima Repubblica si esaurì definitivamente con lo scandalo Tangentopoli, che ha avuto grande impatto dal punto di vista mediatico e morale sulla già malandata politica italiana. Tangentopoli cominciò con la scoperta di tangenti nella campagna elettorale del 1992 e la chiusura delle urne dopo lo scoppio degli scandali. Il 17 febbraio, a Milano, il socialista Mario Chiesa venne colto in flagrante mentre riscuoteva una tangente. Chiesa rivelò che il sistema delle tangenti era molto più esteso di quanto i pm si aspettassero. Secondo le sue dichiarazioni, la tangente era diventata una sorta di “tassa” richiesta nella stragrande maggioranza degli appalti. A beneficiare del sistema erano stati politici e partiti di ogni schieramento, specialmente quelli al governo: la DC e il PSI. Nacquero così i “nuovi partiti”, i quali si imponevano all’opinione pubblica uscendo dagli schemi delle grandi ideologie e del blocco cattolico-comunista che aveva governato per tutta la durata della Prima Repubblica. Nelle elezioni del 1992, i nuovi partiti, in particolare PDS e Lega, conquistavano consensi, cavalcando l’onda della protesta dei cittadini contro i vecchi partiti e contro la corruzione dell’intera classe governante. In questo sistema in crisi emerse la figura di Silvio Berlusconi, un imprenditore già noto ai più per l’aver fondato i canali televisivi Mediaset, che si proponeva di cambiare una classe politica corrotta e inefficiente. Berlusconi riuscì a vincere le elezioni nel 1994, ma il suo governo durò poco e cadde per via di indagini giudiziarie, non scrollandosi di dosso quell’aria di corruzione che aveva fatto crollare la “Prima Repubblica” dopo le proteste del popolo e dell’opinione pubblica. Dopo il governo dell’imprenditore di Arcore si apre così un periodo storico definito di transizione, ovvero quegli anni tra Prima e Seconda Repubblica, che si caratterizzarono per la presenza di Ciampi come Presidente della Repubblica e per l’alternanza tra i governi di centrodestra e di centrosinistra. Un periodo in cui Ciampi si dimostra un garante dell’equilibrio tra due schieramenti in guerra violenta tra loro, ancora una volta incapaci di risolvere i problemi del Paese.