Kalì è uomo, Kalì è istante. Segue il tempo ed inesorabilmente si lascia trasportare da esso. Poi un giorno, il lugubre tunnel della morte gli passa di fianco. Muore anche lui, ma rinasce, diverso, spento di quella gioia che animava la sua esistenza, vuoto di quell’ebbrezza che risiedeva nell’eterno volto della donna del ricordo. Kalì si trova ricatapultato in un presente straniero, in una terra con la quale non sente legami. Non ricorda di esistere, non vuol sapere di essere stato felice. Nega al suo io le gioie per negargli anche le lacrime, quei dolori che fitti scalfirono la sua giovinezza. Ha però un fine nella vita: riappropriarsi del suo passato, cessare di oscurarlo e di sottrarsi ad esso. Sa che senza ciò che è stato non potrà mai tornare in scena sullo stolto e meraviglioso palcoscenico della vita. Sa che non potrà vivere senza la consapevolezza del sole e delle tenebre. “Il buio della mente, la luce nell’anima” è la storia di un essere che ha la forza di lottare contro l’oscurità ossessionante della propria psiche per ricostruirsi un futuro. Le origini, i silenzi, coloro che gli furono accanto in quel viaggio a ritroso e poi in avanti nella sua vita, l’amore, lo ricondussero sull’unico ombreggiato sentiero in cui si vive l’attimo e lo si vive per sempre. Ora Kalì sa che senza dolore, l’amore è nulla e che un sorriso del ricordo ed uno dagli occhi verdi hanno senso solo dopo la riscoperta del buio che lo rapì. Ora vola oltre le sabbie del tempo, ha ritrovato il senso di sé. Kalì è ormai proiettato verso l’infinito.