Come molti dei titoli che hanno per protagonista il commissario De Vincenzi, anche Il canotto insanguinato è stato pubblicato nel 1936. La trama parte da un canotto rinvenuto sulla spiaggia di Sanremo con una macchia di sangue, una borsa tempestata di rubini e un impermeabile rosso e arriva a coinvolgere un giovane russo sospettato di avere ucciso l'amante. De Angelis è considerato il padre del giallo all'italiana e la figura di De Vincenzi può essere correttamente definita come quella del primo detective moderno del nostro paese. Un commissario che legge Stendhal ma non disdegna Freud, silenzioso e accanitamente sostenitore del proprio intuito anche davanti a indizi che sembrano incontrovertibili. Stavolta si confronterà con un giovane russo apparentemente impenetrabile in una trama che si sposta da Milano a Sanremo e, come la classica del ciclismo, si risolverà con uno sprint finale. I romanzi di De Angelis, a lungo dimenticati, sono stati riscoperti prima negli anni sessanta grazie al lavoro di Oreste del Buono e poi resi definitivamente popolari dagli sceneggiati televisivi andati in onda tra il 1974 e il 1977 e interpretati da Paolo Stoppa. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.