Di ritorno al paesello montano (dopo tre anni di carcere), Federico scopre la propria casa venduta e la fuga della madre. Costretto a divenire un povero tapino, s'imbatte presso una costa lacustre in un samaritano che lo esercita presso un dancing. Durante uno spettacolo, una banda di malviventi depreda gli avventori. Convinto di avere riconosciuto, tra gli incappucciati, un ex compagno di galera, indaga e lo rintraccia sulle alture gardesane. Egli presiede una confraternita composta da vagabondi, mascalzoni e corpivendole, e cominciano a emergere nella congrega sconvolgenti segreti e vittime. Il miserando avrà altri incontri involontari di un mondo malaugurato, portandosi dietro lo spirito di sopportazione e una certa carica di ribellione pronta a esplodere.