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Da molti anni, in particolare da quando e attivato l’insegnamento di Storia della Musica Afroamericana al Master in Comunicazione musicale dell’Universita Cattolica di Milano, mi sto chiedendo quali siano gli strumenti critici migliori da presentare agli studenti affinche questi ultimi riescano a riflettere su una disciplina e una musica (o meglio una serie di musiche) in modo utile e dilettevole. Le risposte piu semplici, razionali ed efficaci sono due, in particolare riferite al cosiddetto ‘canto nero’, termine che scelgo volentieri per indicare le diverse espressioni del vocalismo…mehr

Produktbeschreibung
Da molti anni, in particolare da quando e attivato l’insegnamento di Storia della Musica Afroamericana al Master in Comunicazione musicale dell’Universita Cattolica di Milano, mi sto chiedendo quali siano gli strumenti critici migliori da presentare agli studenti affinche questi ultimi riescano a riflettere su una disciplina e una musica (o meglio una serie di musiche) in modo utile e dilettevole.
Le risposte piu semplici, razionali ed efficaci sono due, in particolare riferite al cosiddetto ‘canto nero’, termine che scelgo volentieri per indicare le diverse espressioni del vocalismo afroamericano: da un lato l’ascolto meditato, intensivo, partecipante di album e concerti che riguardano le numerose sonorita ‘black’ dalle origini a oggi per quel che concerne il canto spiritual, blues, jazz, ma anche soul, funky, brasiliano, caraibico, eccetera. E dall’altro una bibliografia esauriente che non debba prescindere da alcuni ‘classici’ del settore, a livello tanto di musicologia quanto di sociologia musicale, di semiotica e mediologia applicate al linguaggio
sonoro: penso in tal senso ad esempio ai libri fondamentali di Luciano Federighi sul canto jazz o americano in genere.
Tra questi due estremi possono invece coesistere alcuni passaggi intermedi che concernono sia l’ascolto sia la lettura e lo studio: se nel primo caso si sopperisce tranquillamente con antologie e raccolte (nel caso del canto nero, poi, vanno anche di moda), nel secondo purtroppo non esiste in Italia un manuale di Storia della Musica Afroamericana che riguardi tanto l’intero fenomeno quanto gli aspetti precipui del vocalismo classico, moderno, contemporaneo, uno o piu libri paragonabili insomma ai molti testi introduttivi, di cui per fortuna abbondano l’editoria straniera e quella universitaria in altri settori (mediologia e musica comprese). Nell’ambito sonoro contemporaneo vi sono parecchie guide illustrate sul jazz o sul rock (nessuna perd specifica del canto nero), ma senza l’imprinting alla didattica.
Questo terzo volume tenta quindi di colmare una vistosa lacuna recuperando alcuni documenti importanti del recente passato o presentandone di nuovissimi assolutamente inediti. Iniziando dalla considerazione che nel Corso di Storia della Musica Afroamericana il canto nero (inteso quale canto jazz e blues, in particolare) occupi una posizione dominante, al canto jazz viene quindi dedicata la maggior parte dei saggi, alcuni dei quali si rifanno a pubblicazioni antecedenti.