Spesso si viaggia per fuggire da qualcosa, altre volte per cercare qualcosa, questo viaggio è un incontro con un dramma e con la volontà di superarlo perché il tempo non aspetta, scivola senza pietà e dopo aver attraversato parte della propria memoria in una Genova malinconica il protagonista incontra una terra meravigliosa dove la natura riempie gli occhi di meraviglia; il nord dell'Argentina le sue cascate, la foresta, attimi prima di affrontare il lungo viaggio in pullman verso la Patagonia fino a Bariloche. A metà di quel tragitto l'incontro con un signore anziano, anzi, molto vecchio e dal suo racconto una nuova Genova degli anni venti e il suo mestiere un dolce mestiere. Fare caramelle. Un ragazzo in un laboratorio che controlla la cottura dello zucchero, tutto tranquillo, ma la vita non ha un futuro prevedibile e quello che accade costringe il giovane caramellista a scappare, fuggire lontano in una terra che non conosce. Buenos Aires e poi l'Argentina, fino alla Patagonia, fino a un piccolo paese che si chiama Epuyen luoghi dove si sono nascosti banditi e nazisti o solo persone che non volevano più farsi trovare e poi Bariloche e il suo lago. Il caramellista di Bariloche è un doppio viaggio nello spazio e nel tempo alla ricerca della leggerezza respirando il vento delle Ande.