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Tommaso Donini, detto il Caravaggino (1601-1637) è un personaggio minore ma non del tutto irrilevante nella complessa sfera artistica romana dei primi anni del Seicento. Senz'altro ha risentito degli influssi degli artisti quali il Lanfranco, Cecco del Caravaggio, il Saraceni. E' evidentemente assodato come, con la presenza sul finire del Cinquecento a Roma di Caravaggio (fu costretto a fuggire nel 1606), numerosi pittori, ne sentirono l'influenza. Questi seguivano la sua maniera di dipingere, soprattutto il suo nuovo modo di illuminare le scene con un raggio di luce forte e diretta per far…mehr

Produktbeschreibung
Tommaso Donini, detto il Caravaggino (1601-1637) è un personaggio minore ma non del tutto irrilevante nella complessa sfera artistica romana dei primi anni del Seicento. Senz'altro ha risentito degli influssi degli artisti quali il Lanfranco, Cecco del Caravaggio, il Saraceni. E' evidentemente assodato come, con la presenza sul finire del Cinquecento a Roma di Caravaggio (fu costretto a fuggire nel 1606), numerosi pittori, ne sentirono l'influenza. Questi seguivano la sua maniera di dipingere, soprattutto il suo nuovo modo di illuminare le scene con un raggio di luce forte e diretta per far emergere dal fondo scuro le singole figure e creare forti contrasti chiaroscurali. Il taglio compositivo risulta più ravvicinato e più coinvolgente per gli spettatori. I soggetti rappresentati sono resi sempre a grandezza naturale ripresi così direttamente dalla realtà. Poi vi fu la seconda generazione dei seguaci di Caravaggio che è formata appunto dai pittori nati, come il Donini, intorno al 1585-1600, ma attivi a partire dal secondo decennio del Seicento, che non ebbero una specifica formazione tardomanieristica e non conobbero direttamente Caravaggio. Questi si formarono sulle sue opere assimilandone i dati esteriori e lo spirito, apportandovi delle peculiarità diverse. Uno dei più famosi caposcuola di questa seconda generazione fu Manfredi. Le opere del pittore, Tommaso Donini, sono state molto spesso confuse con quelle del bolognese Emilio Savonanzi (1580-1660). Così, attraverso il presente lavoro, Sonia Testa, basandosi sulla fondamentale ricerca condotta da F. D'Amico, vuole sottolineare nuovamente la paternità dell'opera, presa in esame, presente all'interno dell'Abbazia di Valvisciolo (Sermoneta, Lt) al suo legittimo esecutore.