Esiliato dalla casa dei miei padri, condannato per empietà e disubbidienza al re. Quale re? Costretto a vagare senza meta come un vagabondo, costretto a lottare come una bestia per la sopravvivenza. Infine, l’etere che ho tanto cercato di controllare mi ha accolto. Un guerriero mi porta seco. Spiriti irrequieti bussano alla porta della mia mente, vogliono uscire, vogliono tornare. Garoen di Ilir-Taidoran, il tuo comportamento sarà punito; ma non sei l’unico che deve pagare. Sudici boscaioli e sporchi montanari non mi riservarono accoglienza migliore. “Folle”, urlavano gli hedling. “Miserabile pazzo”, mi apostrofarono i nani. Sciocchi! Forze che non conoscete verranno scatenate, nemici antichi quanto la terra che calpestate vi verranno scagliati contro. Sarete puniti per l’offensiva diffidenza con cui mi avete trattato, presto Eiritania non vi apparterrà più, ne scuoterò le fondamenta e la ricostruirò a mio gradimento. Una nuova era sta per cominciare, che il terrore serpeggi per ogni dove, che il figlio combatta il padre, l’allievo il maestro, che la discordia offuschi la mente dei popoli e che le vostre difese cadano come un castello di carte sotto il soffio della mia rabbia.