Il ciliegio può fiorire in ogni stagione ed in ogni momento, tutte le volte che la poesia germoglia.Tale spontanea, ripetuta rinascita s’identifica con l’accoglienza di una fede sempre viva forse perché sospesa in una sorta di tensione tra musica e silenzio, logica e sogno, razionalità ed istinto, terra e cielo, fisicità ed anima, laddove lo spirito ed il pensieroprovino ad espandersi per assimilare una prospettiva relazionale buona, gratuita, che sia svelamento di verità altrimenti indicibili, per nulla lontane da tutto ciò ch’è concreto.La poesia crede nel miracolo di se stessa, nel ritorno di una primavera perenne che non esclude l’opposto e che non teme la malinconia, amica della verità e del dubbio; ugualmente, quindi, crede nella bellezza, nella meraviglia, nella semplicità complicata della naturache si mostra così com’è nel succedersi puntuale ed inesorabile delle stagioni colte in un istante inatteso, cristallizzato in una specie d’“illuminazione” che affiora esigendo una sosta.