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La condizione di recluso può rappresentare una sfida insuperabile, specie per chi, fino a poco tempo prima, faceva parte a pieno titolo di quella che normalmente viene denominata “società civile”. È il caso di Plinio G., un ex professore rimasto impigliato nelle fitte reti della malavita organizzata. In prigione l’unica fonte di svago per lui sono i libri e fra tutti i generi Plinio G. predilige le lettere, in particolare quelle che Gramsci scrisse dal carcere alla sua famiglia. Nelle sue parole si ritrova, a lui si ispira quando decide egli stesso di cimentarsi nella scrittura. Toccanti le…mehr

Produktbeschreibung
La condizione di recluso può rappresentare una sfida insuperabile, specie per chi, fino a poco tempo prima, faceva parte a pieno titolo di quella che normalmente viene denominata “società civile”. È il caso di Plinio G., un ex professore rimasto impigliato nelle fitte reti della malavita organizzata. In prigione l’unica fonte di svago per lui sono i libri e fra tutti i generi Plinio G. predilige le lettere, in particolare quelle che Gramsci scrisse dal carcere alla sua famiglia. Nelle sue parole si ritrova, a lui si ispira quando decide egli stesso di cimentarsi nella scrittura. Toccanti le espressioni che adopera nelle lettere inviate a Elena, la figlia prediletta, che gli risponde con l’affetto necessario a restituirgli il gusto di tornare a vivere con dignità, sebbene nella sua non invidiabile condizione di recluso. E saranno, accanto alla tenera e commovente corrispondenza epistolare con la figlia adolescente, ancora i libri a salvarlo dalla profonda prostrazione in cui era scivolato, fino al punto di accarezzare l’idea del suicidio. Il suicidio, una scelta che cerca di spiegare studiando e ricorrendo a illustri precedenti. E lo fa con mille esitazioni e complessi di colpa che lo assillano durante la sua permanenza a Rebibbia. Trova, grazie al rapporto indistruttibile con il suo amico di cella Giuliano L., l’occasione di ricucire alcuni legami importanti che credeva ormai definitivamente interrotti. L’autore, rimasto piacevolmente colpito dal discorso che lo stesso Giuliano tiene durante la premiazione di un libro, decide di raccogliere la sua importante testimonianza in un racconto intenso ed edificante: nasce così Il circolo di lettura di Rebibbia, che, grazie al confronto sempre vivo con il pensiero di autori del passato più o meno recente, regala al lettore l’opportunità di indagare a fondo i grandi temi che riguardano la condizione di essere umano. Filippo Piccione è nato a Marsala. A vent’anni viene chiamato in servizio per la Leva obbligatoria militare a Roma dove riprende gli studi interrotti dopo la Licenza elementare. Qui lavora, prende il diploma di maturità, frequenta l’Università come studente-lavoratore e si laurea prima in Economia e Commercio e poi in Giurisprudenza. Viene assunto alle poste come fattorino telegrafico e, attraverso una serie di concorsi nella Pubblica amministrazione, diventa dirigente del Ministero della Giustizia e responsabile di un settore del Dipartimento della Giustizia Minorile. Per il Gruppo Albatros Il Filo ha già pubblicato