Un uomo entra nella stazione di Milano Centrale. Prende un treno per Lipsia. È l'avvocato Riccardo Getra. Nella sede dell'archivio della città tedesca vede qualcosa che non doveva vedere. Una traccia del passato è fuoriuscita dagli schedari di Ahnenerbe. Getra ne conserva il ricordo. Torna a casa, nel capoluogo meneghino. Dopo la sua partenza, a Lipsia, un ricercatore e un'impiegata dell'archivio vengono uccisi. L'avvocato conduce la sua consueta vita familiare e professionale, ma anche lui è in pericolo. Un evento, ben presto, riesce quasi a dissolvere la sua serenità. Un intreccio di indagini confonde i personaggi. Getra evita di sprofondare nell'abisso di una vicenda che ha dell'assurdo. Tiene le redini del suo lavoro. Cerca di ingannare il tempo, viaggiando con sua moglie Sara, recuperando con lei un rapporto improntato alla gioia. Con lei vive giorni spensierati, apprezzando cose semplici, eppur fondamentali, in luoghi e paesaggi che lasciano il segno, sapendo che i momenti bui torneranno. Attorno a lui i suoi amici e collaboratori che vivono pienamente le loro vite, soprattutto in una Milano non priva di attrattive. Quel che accade non lascia indifferente Riccardo, lo conduce nelle zone grigie dell'animo umano, dove alcune cose sembrano inafferrabili, dove le idee si confrontano con una storia non del tutto rivelata. Una vicenda con un finale sorprendente. Un romanzo dal linguaggio narrativo essenziale, che in molti tratti lascia spazio all'immaginazione dei lettori.