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Tra la preistoria e la storia di un individuo c'è il Complesso di Telemaco, un viaggio in crescita nell'abisso di noi stessi, nelle nostre inadeguatezze, nelle nostre paure. C'è l'osservazione del mondo esterno e ostile, di una frequente folle normalità di elementi socialmente omologati e individualmente ottusi che rappresentano ciò che anche noi potremmo essere. O forse dovremmo essere per diventare adulti? Questo è un libro dedicato ai quasi ventenni di cinquemila anni fa e ai quasi trentenni di oggi, quelli disoccupati, traditi, sviliti, ma con il mestiere di un sogno e il millenario dono…mehr

Produktbeschreibung
Tra la preistoria e la storia di un individuo c'è il Complesso di Telemaco, un viaggio in crescita nell'abisso di noi stessi, nelle nostre inadeguatezze, nelle nostre paure. C'è l'osservazione del mondo esterno e ostile, di una frequente folle normalità di elementi socialmente omologati e individualmente ottusi che rappresentano ciò che anche noi potremmo essere. O forse dovremmo essere per diventare adulti? Questo è un libro dedicato ai quasi ventenni di cinquemila anni fa e ai quasi trentenni di oggi, quelli disoccupati, traditi, sviliti, ma con il mestiere di un sogno e il millenario dono sapiens di una testa pensante. Perché le storie sono due, intrecciate a distanza di cinque millenni. È un viaggio a Itaca, Pilo e Sparta attraverso gli occhi e le parole del figlio di Ulisse, che finalmente uomo in dieci giorni ritroverà il padre, se stesso e la propria dignità. È allo stesso tempo un viaggio che da Torino conduce alle origini italiche ed europee di una cultura, la nostra, violata dal tempo, dalle istituzioni e da chi le detiene, eppure vibrante e viva nei pensieri della trentenne moderna e disoccupata Tanìt. È uno scritto di profondo amore per l'Italia, liberata a fatica un tempo dagli invasori, e oppressa oggi dalla propria compiaciuta sottocultura obsoleta, di volgo e volgarità. Contro i luoghi comuni, contro la malizia e i pregiudizi che vorrebbero farci tornare indietro, nelle pieghe della Storia dove la felicità non ha mai avuto luogo.