Romanzo di delitto e castigo, di falsità e riscatto, Il conte di ponte Sisto narra delle doppiezze e dei tradimenti di cui sono vittime il giovane programmatore precario Fabio e l’anziano senza fissa dimora ed ex legionario Mariano, detto “il conte”. Entrambi cercano riscatto e verità in una Roma contemporanea fatta di ingiustizia e oscure trame, dove angeli della notte come Alis sono costretti a prostituirsi per sopravvivere. Del conte rimane oggi forse una targa commemorativa affissa a un pilone del ponte sotto cui risiedeva. Ma di lui e di Fabio è bene leggere la vicenda, per comprendere. Perché, come spiegava Alexandre Dumas, la cui opera più nota, Il conte di Montecristo, riecheggia in questo libro fin dal titolo, la storia si ripete e si ripeterà.
“Milazzo ci fa entrare in un mondo che non conosciamo e che, di solito, cerchiamo di evitare: quello degli ‘ultimi’, di coloro che hanno perso tutto, ma che, stranamente, hanno quella voglia di vivere appieno la propria esistenza, sconosciuta a molti benestanti”. (Michele La Ginestra)
“Milazzo ci fa entrare in un mondo che non conosciamo e che, di solito, cerchiamo di evitare: quello degli ‘ultimi’, di coloro che hanno perso tutto, ma che, stranamente, hanno quella voglia di vivere appieno la propria esistenza, sconosciuta a molti benestanti”. (Michele La Ginestra)