Il contratto sociale, pubblicato nel 1762, è una tra le maggiori opere del filosofo svizzero Jean-Jacques Rousseau (1712-1778). L'opera, a tema politico-sociale, delinea, con sorprendente anticipo sui tempi, l'idea di Stato democratico, e perciò verrà ripresa, una trentina d'anni dopo, come riferimento durante la Rivoluzione francese. Il contratto Sociale è suddiviso in 4 libri, contenenti 48 capitoli in totale. Secondo Rousseau la clausola fondamentale su cui si fonda il patto sociale è l'alienazione totale di ciascun associato, con tutti i suoi diritti, a tutta la comunità. In cambio della sua persona privata, ciascun contraente riceve la nuova qualità di membro o parte indivisibile del tutto; si genera così un corpo morale e collettivo, composto di tanti membri quanti voti ha l'assemblea, corpo che ha la sua unità, il suo io comune, la sua vita e la sua volontà. Col passaggio dallo stato di natura allo stato civile, l'uomo sostituisce nella sua condotta la giustizia all'istinto e dà alle sue azioni la moralità di cui prima mancavano. Allora solamente la voce del dovere succede all'impulso fisico, il diritto succede all'appetito e l'uomo, che fino all'ora aveva considerato solo sé stesso, si vede forzato ad agire su altri principi e a consultare la ragione prima di ascoltare le sue tendenze. Il passaggio dallo stato di natura allo stato civile non è dunque una decadenza dell'uomo, se lo stato civile è come dev'essere, la continuazione e il perfezionamento dello stato di natura.
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