In un momento storico nel quale lo sviluppo delle reti 5G è tra le priorità nell'agenda dei policy maker, poiché associato a molteplici e diffusi impatti socioeconomici positivi, lo stato di salute del settore delle telecomunicazioni su rete mobile non è del tutto incoraggiante. Da anni il settore subisce una riduzione progressiva dei ricavi, circostanza che ha alimentato lo studio e la valutazione delle diverse possibili modalità con cui il settore possa generare valore, per sé e per la collettività. Tra le riflessioni scientifiche nate in questo ambito si è ragionato, tra l'altro, sul trade-off tra concorrenza statica e dinamica ovvero, visto da un'altra prospettiva, sull'identificazione del giusto grado di bilanciamento tra contenimento del potere di mercato delle imprese e generazione di risorse per l'innovazione e l'investimento. In molti hanno sostenuto, ad esempio, che l'effetto della presenza nel mercato di operatori mobili low cost (in particolare degli operatori virtuali di rete mobile) fosse nel breve periodo auspicabile – la loro aggressività competitiva avrebbe garantito agli utenti finali l'accesso ai servizi mobili a prezzi inferiori –, ma avrebbe finito per ridurre l'incentivo a innovare e a sviluppare nuove infrastrutture di rete. In sostanza, il livello di competizione socialmente desiderabile in un'ottica di breve periodo sarebbe inevitabilmente risultato inefficiente nel lungo: gli operatori di rete infrastrutturati sarebbero stati sottoposti ad una ipercompetizione tale da generare problemi di lungo periodo ben maggiori dei benefici di breve. L'obiettivo dello studio è quello di fornire una valutazione del contributo dell'operatore iliad al sistema economico italiano.