Nei primi decenni del ’900, la Congregazione del Sant’Ufficio discusse al suo interno progetti di riforma volti a riaffermare la propria autorità messa in discussione dai processi di secolarizzazione. Sullo sfondo di questo quadro istituzionale, il libro indaga le pratiche dei custodi dell’ortodossia e della morale cattolica. Al centro dell’attenzione vi sono vicende emblematiche del difficile rapporto tra il clero e il corpo: il corpo ostile della donna e il corpo inteso come luogo di pulsioni, indicibile perché scandaloso. Le vicende qui discusse – a proposito di mistiche, fondatrici, ‘teologhesse’, medici, pedagoghi e sacerdoti accusati di molestie verso le penitenti – permettono di osservare come il sant’Ufficio reagì a tali difficili questioni.