Chiedi chi erano i Porcupine Tree... Ecco una prima risposta alla domanda: finalmente in un libro la storia di una band leggendaria che ha saputo creare, in barba a qualche detrattore, un sound unico che ha influenzato il rock psichedelico e progressivo degli ultimi venticinque anni. Un’avventura iniziata fra le mura di uno studio a Hemel Hempstead che li ha portati a diventare oggetto di culto tra i propri fan sino alle platee sold out del Radio City Music Hall a New York e della Royal Albert Hall a Londra.
Ma questo libro è anche una piccola guida all’ascolto dei loro dischi. E il racconto genuino dei loro live da parte di chi c’era, li ha visti, vissuti e conosciuti, il ricordo di notti favolose in locali che magari non esistono più. Insomma, è il culto dell’Albero Porcospino.
... Ma chi erano veramente i Porcupine Tree?
“Ricordo il conto alla rovescia sul sito ufficiale dei Porcupine Tree. Giorni, ore, minuti e secondi che mancavano all’uscita di The Incident.
Vertiginose, si susseguivano le immagini: la copertina, con quel palmo di mano aperto, a proteggere un viso sfuocato che sembrava davvero provenire da un’altra dimensione, visioni inquietanti di figure senza volto, disegni scarabocchiati, dimore spettrali, cieli minacciosi, dettagli di automobili…
Cazzo, eravamo tutti gasatissimi!”
Ma questo libro è anche una piccola guida all’ascolto dei loro dischi. E il racconto genuino dei loro live da parte di chi c’era, li ha visti, vissuti e conosciuti, il ricordo di notti favolose in locali che magari non esistono più. Insomma, è il culto dell’Albero Porcospino.
... Ma chi erano veramente i Porcupine Tree?
“Ricordo il conto alla rovescia sul sito ufficiale dei Porcupine Tree. Giorni, ore, minuti e secondi che mancavano all’uscita di The Incident.
Vertiginose, si susseguivano le immagini: la copertina, con quel palmo di mano aperto, a proteggere un viso sfuocato che sembrava davvero provenire da un’altra dimensione, visioni inquietanti di figure senza volto, disegni scarabocchiati, dimore spettrali, cieli minacciosi, dettagli di automobili…
Cazzo, eravamo tutti gasatissimi!”