La produzione letteraria ambrosiana costituisce un ricchissimo materiale di studio per chi intenda ricostruire le relazioni fra stato romano e Chiesa in Occidente in epoca tardoantica, nonché il nuovo ruolo assunto dall'autorità episcopale nell'Impero cristiano latino. Tra le numerose opere di Ambrogio, il 'De officiis' è senz'altro uno degli scritti più significativi, controversi e affascinanti. Composto nell'arco dell'episcopato, esso ha lo scopo primario di fornire ai 'filii' spirituali del presule un sistema di valori morali utile alla vita pubblica, ma anche stabilire il ruolo della Chiesa in rapporto all'Impero integrando gli ideali tradizionali della romanità con il cristianesimo. L'analisi di tale processo di trasformazione, il quale è tanto interessante quanto, a volte, tortuoso e contradditorio, permette di delineare una rappresentazione, seppur parziale, dello sviluppo dell'identità da parte del clero occidentale in epoca tardoantica e del suo dialogo con la propria tradizione. Questo lavoro si focalizza su alcuni aspetti specifici del 'De officiis' al fine di ottenere un quadro dell'assimilazione da parte di Ambrogio del bagaglio morale delle élites politiche dell'Impero, rilevandone la possibile influenza sugli autori successivi o le similitudini di pensiero con altre opere pagane e cristiane.
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