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Le argomentazioni presentate in questo volume costituiscono il primo contributo dell’autore al progettato compito di un’analisi e commento completi e puntuali dei principali testi filosofici di Giordano Bruno. Iniziando con il "De umbris idearum" e procedendo con le prime opere in latino, l’autore intende svelare le basi teoretiche della prima speculazione bruniana, destinate ad essere riprese, ampliate ed approfondite nei testi successivi, i "Dialoghi Italiani", così come, in una originale prospettiva atomistica, in quelli latini delle ultime fasi. Il "De umbris idearum" costituisce in questa…mehr

Produktbeschreibung
Le argomentazioni presentate in questo volume costituiscono il primo contributo dell’autore al progettato compito di un’analisi e commento completi e puntuali dei principali testi filosofici di Giordano Bruno. Iniziando con il "De umbris idearum" e procedendo con le prime opere in latino, l’autore intende svelare le basi teoretiche della prima speculazione bruniana, destinate ad essere riprese, ampliate ed approfondite nei testi successivi, i "Dialoghi Italiani", così come, in una originale prospettiva atomistica, in quelli latini delle ultime fasi. Il "De umbris idearum" costituisce in questa prospettiva il testo base della difficile e complessa speculazione bruniana: assolutamente lontano – come del resto indicato dalle esplicite affermazioni del filosofo di Nola – dall’impiego pragmatico e retorico della tradizionale arte della memoria, esso piuttosto costruisce progressivamente uno spazio di riflessione di natura ontologica, metafisica e teologica, con influssi sulle considerazioni razionali e naturali. In questo modo l’arte di memoria bruniana diventa la memoria di un arte filosofica civile, la necessità del ricordo di una possibilità del pensiero e della prassi incardinata sulla presenza di un plesso centrale creativo e dialettico, che progressivamente consente l’inserimento della principale innovazione escogitata dalla filosofia bruniana: il concetto (con la relativa prassi) dell’infinito. Direttamente tematizzato nei dialoghi in italiano, il concetto creativo e dialettico dell’infinito bruniano separa progressivamente l’autore nolano dalla tradizione neoplatonico-aristotelica, definendo in tal modo uno schema interpretativo della realtà diverso ed opposto rispetto a quello che – oltre l’apparente rivoluzionarietà della scienza moderna – ha innervato i principali sviluppi della civiltà occidentale moderna e contemporanea.