Deliri, sogni, incomprensioni di due scrittori in aperto contrasto con l’illusione del vero, immersi nelle continue diatribe silenti coi propri demoni. In ogni riga si librano amore, amarezza, reminiscenze e riscatto, l’aspra realtà, decantazione di animi immiscibili, l’attesa divorata dall’eterna solitudine. Due eterni malinconici, sensibili, distesi nell'arido deserto che circonda i loro desideri. Una valle di emozioni, che si allarga fino a diventare un deserto infinito, fino agli abissi della gioia, nascosta o irreperibile, fin nella profondità della propria grotta in fiore. Due entità che si sono ritrovate nell’ombra dell’incomunicabilità. Il tormento di una Sfinge che si erge, superba e sprezzante, al di sopra di una realtà che non è mai all'altezza delle sue aspettative e ritrova nel silenzio del suo oscuro abisso la meraviglia e la straordinarietà che non sapeva di avere. Il tormento di un Drago che alla fine si allontana radioso con le sue ali da un mondo che non è il suo.
È sempre una creatura, un mostro delle favole.
È sempre una creatura, un mostro delle favole.