10 giugno 1984, Arena di Verona. Nell’anfiteatro si compie la strabiliante rimonta di Francesco Moser su Laurent Fignon, nella cronometro che chiude il Giro d’Italia: la maglia rosa è sua. Moser, fino a pochi mesi prima, era dato ormai al tramonto, dopo una grande carriera.Guidato da uno staff medico all’avanguardia, ha cambiato preparazione, rivoluzionando il ciclismo. Ha stabilito il record dell’Ora a Città del Messico e conquistato la Milano-Sanremo. Ma la sua vittoria al Giro è la definitiva incoronazione per un fuoriclasse amatissimo.Ed è, anche, una cocente sconfitta per Fignon, la nuova stella venuta dalla Francia, il successore designato di Bernard Hinault. Se Moser è lo Sceriffo, lui è il Professore. Soprannomi che ritraggono due personalità di enorme caratura che sulle strade italiane danno vita a un duello intriso di passione, polemiche ed emozioni. Sullo sfondo c’è uno sport che è figlio del popolo e che è pieno di protagonisti che segneranno un’epoca. Una sfida mitica che entra nella leggenda. Una grande storia di uomini.