Partito da una raccolta di ricordi per Amici e da questi sorpreso da tanta memoria e affetto, spronato ad approfondire i racconti, eccomi qui ad avventurarmi nel completamento di un intero libro. Alla mia prima esperienza, mi sfiora una personalissima preoccupazione: «Forse occorre maggiore cultura di quella che mi ritrovo, o una professione a tema?». Provo a rispondermi da solo: probabilmente sì, non sono un addetto ai lavori, ma a parte il fatto che non intendo scrivere il continuo della Divina Commedia, senza che suoni come una giustificazione, aggiungo che durante le numerose rimpatriate con cene tra Amici, si è sottolineato come mi sia sempre ritrovato al centro delle varie compagnie frequentate; sono infatti cresciuto in un appartamento nel bel mezzo del Loggiato del Duomo di Reggio Emilia, sede di un movimentatissimo oratorio e da ragazzo, poi da adulto, ho gestito due locali pubblici, quotidiani luoghi di ritrovo, degli Amici di Mantova, e di quelli di Castiglione delle Stiviere. Dalle risate scaturite a tavola per le battute di tutti, qualcuno ha fatto notare che essendo io sempre presente, dovevo averne viste e sentite più degli altri. E così, quasi che fossero d’accordo, mi hanno praticamente pregato, pagato e obbligato a scrivere le nostre vicende...o forse sto scherzando; ho accettato naturalmente, e con l’immagine di John Wayne al comando di una polverosa e nebbiosa carica di cavalleria padana, mi sono gettato...sul computer, senza disdegnare il vecchio block notes; non è niente-male scrivere dal mio terrazzo di fronte ai Balcani; in questo relax serbo affluiscono idee e ricordi, così come scuotimenti di pancia e di testa.