L'Italia di oggi è il risultato di un sogno infranto.
Nei sessant’anni che precedettero il 1861 si fece di tutto per unificarla, pagando un immane tributo di sangue versato in lotte fratricide, in sommosse e in guerre civili efferate che avevano lo stesso denominatore comune: italiani che ammazzavano altri italiani.
La si unificò, volente o nolente; peccato che non si fece nulla per unirla, anzi, i centocinquant’anni successivi furono un susseguirsi di scelte scellerate che ci fecero dividere ancora di più.
Dagli inizi del 1800 a oggi si sono infatti susseguiti più di due secoli ininterrotti di clima da guerra civile costante.
Ciò ha generato rancori, risentimenti, diffidenza, divisione e odio che ci hanno fatto allontanare sempre di più dalla visione originaria, accatastando dentro di noi strati su strati di incrostazioni, che ci stanno impedendo di vedere chi veramente siamo nel nostro essere più profondo.
Ci stanno accecando fino a impedirci di vedere addirittura noi stessi.
Con quel passato è giunta l'ora di fare i conti e tocca farlo a ciascuno di noi, se vogliamo capire chi siamo veramente. Quando accusiamo qualcun altro della decadenza che ci circonda in realtà stiamo mentendo spudoratamente e vigliaccamente, in primis, a noi stessi.
In cuor nostro lo sappiamo che tocca a ciascuno di noi togliere di mezzo quelle incrostazioni se vogliamo scendere nel profondo della nostra anima millenaria, fino a incontrare l’italiano che c'è in noi, perché noi siamo italiani da tempo immemore.
Siamo qui da millenni; forse da sempre.
Questo testo audace ci conduce in un viaggio interiore lungo il fiume di vita che ci scorre dentro, alla scoperta della nostra essenza. Col coraggio del rivoluzionario fa piazza pulita di stereotipi e cliché, arrivando ad individuare chi siamo, dove dobbiamo andare, ma, soprattutto, da dove dovremmo ripartire.
Nei sessant’anni che precedettero il 1861 si fece di tutto per unificarla, pagando un immane tributo di sangue versato in lotte fratricide, in sommosse e in guerre civili efferate che avevano lo stesso denominatore comune: italiani che ammazzavano altri italiani.
La si unificò, volente o nolente; peccato che non si fece nulla per unirla, anzi, i centocinquant’anni successivi furono un susseguirsi di scelte scellerate che ci fecero dividere ancora di più.
Dagli inizi del 1800 a oggi si sono infatti susseguiti più di due secoli ininterrotti di clima da guerra civile costante.
Ciò ha generato rancori, risentimenti, diffidenza, divisione e odio che ci hanno fatto allontanare sempre di più dalla visione originaria, accatastando dentro di noi strati su strati di incrostazioni, che ci stanno impedendo di vedere chi veramente siamo nel nostro essere più profondo.
Ci stanno accecando fino a impedirci di vedere addirittura noi stessi.
Con quel passato è giunta l'ora di fare i conti e tocca farlo a ciascuno di noi, se vogliamo capire chi siamo veramente. Quando accusiamo qualcun altro della decadenza che ci circonda in realtà stiamo mentendo spudoratamente e vigliaccamente, in primis, a noi stessi.
In cuor nostro lo sappiamo che tocca a ciascuno di noi togliere di mezzo quelle incrostazioni se vogliamo scendere nel profondo della nostra anima millenaria, fino a incontrare l’italiano che c'è in noi, perché noi siamo italiani da tempo immemore.
Siamo qui da millenni; forse da sempre.
Questo testo audace ci conduce in un viaggio interiore lungo il fiume di vita che ci scorre dentro, alla scoperta della nostra essenza. Col coraggio del rivoluzionario fa piazza pulita di stereotipi e cliché, arrivando ad individuare chi siamo, dove dobbiamo andare, ma, soprattutto, da dove dovremmo ripartire.