Consigliato ad un pubblico 14+
La storia narrata in questo libro non è semplicemente quella di un singolo personaggio, nella fattispecie Giulio, da tutti conosciuto come “il figlio del prete”, ma è la vicenda della sua famiglia, a partire dai suoi bisnonni, Paolo e Cosimina. Paolo sin da piccolo, si rivela di animo cattivo, è la disperazione dei suoi genitori, viene arrestato più volte ma sempre rilasciato, fino alla svolta costituita dal servizio militare. Durante quel periodo, in Sardegna conosce Cosimina, che diventerà sua moglie. La sua natura malvagia, durante i primi tempi del matrimonio, sembra quasi entrata in letargo, ma ben presto si risveglia, più terribile di prima. L’atto che condannerà lui al carcere e la moglie al suicidio è quanto di più vergognoso si possa immaginare: l’uomo abusa della figlia Rosa, fino a quando la quattordicenne si ritrova incinta. Risiede forse qui l’origine del male, nell’azione atroce dalla quale, tuttavia, Rosa riesce a far scaturire amore, prendendosi cura del frutto del peccato, al quale è dato il nome di Fortunato. Crescendo, quest’ultimo dimostra di avere una forte vocazione religiosa e, con grande gioia della madre, decide di diventare prete. Il peccato, però, è ancora in agguato, anche se, per l’ennesima volta, riuscirà a convertirsi in amore: dal rapporto clandestino tra Fortunato e una suora, poi consacrato in matrimonio, nasce Giulio, che verrà chiamato da tutti “il figlio del prete”. Giulio, vero protagonista della storia, affronterà vari dispiaceri durante la sua esistenza: prima un tumore, poi il tradimento della moglie e la sua successiva misteriosa uccisione, infine la morte del figlio Giuseppe. L’ultima parte dell’Opera sembra concentrarsi soprattutto sugli strani omicidi; il protagonista all’apparenza è estraneo, indifferente ai fatti, sebbene la sua ex moglie ne sia stata vittima, ma il colpo di scena finale lascia riapparire il male sulla scena…
La storia narrata in questo libro non è semplicemente quella di un singolo personaggio, nella fattispecie Giulio, da tutti conosciuto come “il figlio del prete”, ma è la vicenda della sua famiglia, a partire dai suoi bisnonni, Paolo e Cosimina. Paolo sin da piccolo, si rivela di animo cattivo, è la disperazione dei suoi genitori, viene arrestato più volte ma sempre rilasciato, fino alla svolta costituita dal servizio militare. Durante quel periodo, in Sardegna conosce Cosimina, che diventerà sua moglie. La sua natura malvagia, durante i primi tempi del matrimonio, sembra quasi entrata in letargo, ma ben presto si risveglia, più terribile di prima. L’atto che condannerà lui al carcere e la moglie al suicidio è quanto di più vergognoso si possa immaginare: l’uomo abusa della figlia Rosa, fino a quando la quattordicenne si ritrova incinta. Risiede forse qui l’origine del male, nell’azione atroce dalla quale, tuttavia, Rosa riesce a far scaturire amore, prendendosi cura del frutto del peccato, al quale è dato il nome di Fortunato. Crescendo, quest’ultimo dimostra di avere una forte vocazione religiosa e, con grande gioia della madre, decide di diventare prete. Il peccato, però, è ancora in agguato, anche se, per l’ennesima volta, riuscirà a convertirsi in amore: dal rapporto clandestino tra Fortunato e una suora, poi consacrato in matrimonio, nasce Giulio, che verrà chiamato da tutti “il figlio del prete”. Giulio, vero protagonista della storia, affronterà vari dispiaceri durante la sua esistenza: prima un tumore, poi il tradimento della moglie e la sua successiva misteriosa uccisione, infine la morte del figlio Giuseppe. L’ultima parte dell’Opera sembra concentrarsi soprattutto sugli strani omicidi; il protagonista all’apparenza è estraneo, indifferente ai fatti, sebbene la sua ex moglie ne sia stata vittima, ma il colpo di scena finale lascia riapparire il male sulla scena…