Un grullo vagava armato di un bisturi e di una vecchia pistola. Sette oche gli andarono incontro accompagnate da un billo e una pitta. Nell’aria si avvertiva una tensione da tregenda. “Vedrai che qui succede un casino dell’ottanta” disse Garibaldi mentre osservava la scena da un poggiòlo. Napoleone, che indossava una camicia più lunga di quella di Meo, non se la sentì di contraddire l’esimio collega e confermò a suo modo: “Oui, le diable à quatre”. Caterina de Medici tentò di placare gli animi: “Prima che si scateni un quarantotto e di punto in bianco qualcuno finisca col culo per terra sarebbe meglio tornare ai santi vecchi...”. Non riuscì a finire la frase. Il grullo, bria'o tegolo, cominciò a lanciare confetti come fossero coriandoli e botta botta fio fio, mise a segno ogni tiro. Aveva quasi fatto cappotto quando le oche, tetragone ai colpi dell’improvvisato Balilla, decisero di mettere in atto una mossa Kansas City, tornando a bomba sui loro passi con un salto della quaglia. “Attento”, gridò Garibaldi: “quelle ti vogliono far passare sotto le forche caudine”. Il grullo non gli diede retta e inciampò nella cunetta...
Chi ritiene che questo raccontino non abbia né capo né coda ha ragione da vendere, tanto che sono disposto a pagarla ben tredici baiocchi. Però, coloro che vogliono togliersi la curiosità su alcune espressioni popolari toscane, non devono far altro che aprire questo libro ad una pagina a caso. Buona fortuna!
Chi ritiene che questo raccontino non abbia né capo né coda ha ragione da vendere, tanto che sono disposto a pagarla ben tredici baiocchi. Però, coloro che vogliono togliersi la curiosità su alcune espressioni popolari toscane, non devono far altro che aprire questo libro ad una pagina a caso. Buona fortuna!