Il giovane Ugo, operaio collaudatore, nel 1943 è stato trasferito dal silurificio di Fiume al siluripedio di Porto Santo Stefano dove, essendo stata assunta come sua assistente Saura, sua coetanea (personale femminile in uno “stabilimento ausiliario di guerra”), ella viene insidiata dal direttore. Egli, furibondo, si ribella in sua difesa, ma commette una grave imprudenza, perciò il laido superiore ne approfitta per farlo ingiustamente arrestare e viene perciò, nei giorni seguenti, trasferito da Orbetello a Firenze, nel carcere delle Murate, in attesa di giudizio. Durante i 13 mesi e mezzo di detenzione, tra il 1943 ed il 1944, incontra dei personaggi appartenenti al sistema politico dell'epoca, di alcuni dei quali vengono qui tratteggiati i profili storici. Poche settimane dopo il suo arresto avviene l’esautorazione di Mussolini e poi nei mesi successivi il nuovo assetto, con la costituzione della Repubblica Sociale Italiana e la conseguente guerra civile, fino alla liberazione della città. I reclusi erano esposti alle rappresaglie esterne nei loro confronti. Lo scopo non è di mettere in discussione le idee di ciascuno, ma di evidenziare, attraverso un’analisi psicologica e sociologica, i comportamenti virtuosi di alcuni e i misfatti di altri, appartenenti a entrambe le fazioni. L’attenzione dell'autore si fa più stringente nell’analizzare l’amara difficoltà di chi voglia mettere in atto una concreta solidarietà nell’ambito del luogo di lavoro e più ampiamente di fronte all’arroganza di alcuni che detengono il potere.